“Yoga
non è toccarsi la punta dei piedi, ma ciò che accade mentre cerchi di
farlo.”
"Lo
yoga è l'unione del sé individuale ( jivātma ) con il sé supremo (
paramātma Brahman )"
" Lo
yoga è lo strumento con cui l'essere umano può
sospendere l'identificazione
con i propri pensieri ed emozioni e sollevarsi dai pesi e limiti dell'
ego,limiti che generano anche sofferenza e attacamento."
Il rapporto
tra Ashtanga Vinyasa Yoga, Hatha Yoga e Ashtanga Yoga.
Da:Hatha Yoga
“Formazione per Insegnanti 2016” Di Silvia Romani e
Max Gandossi www.centrolistico.it
"Dietro
alla forza del corpo c’è un'energia di natura spirituale che ci fa
vivere. Per avere accesso alla spiritualità, occorre prima capire la
dimensione fisica. Questo corpo è il nostro Tempio e questo tempio è
Atman."
Sri K.Pattabhi Jois.
Nella nostra moderna società, dove i media e il web permettono di avere
accesso a numerose risorse di testo, immagine e video è semplice farsi
velocemente un'idea di un argomento e,nella fattispecie, delle
differenze tra due metodi di lavoro, ma spesso questa idea si basa su
paradigmi sbagliati o anche solo molto superficiali.
Due scuole apparentemente diverse, due metodi che ad uno sguardo
superficiale possono sembrare quasi inconciliabili, in realtà poi
risultano essere figlie della stessa tradizione o addirittura dello
stesso Maestro. È questo il caso del metodo di studio e pratica di yoga
divulgato da sri K. Pattabhi Jois che è conosciuto ai più come Ashtanga
Yoga (la cui dicitura corretta sarebbe, ill realtà, Ashtanga Vinyasa ma
la sostanza non cambia molto) e la scuola di sri B.K. S. Iyengar, di
Indra Devi e di Desikachar e delle scuole che dal loro lavoro di
insegnanti hanno avuto origine che passano sotto il nome di Hatha Yoga.
In realtà sono tutti allievi di Sri T. Krishnamacharya che a sua volta
studiò per sette anni e mezzo in una caverna ai piedi di un monte del
Tibet con Sri Ramamohan Bramachari il quale lo istruì seguendo i
principi enunciati nell'antico testo Yoga Kurtmta (lett. libro sullo
yoga)
Questi principi erano relativi al codice comportamentale espresso in
gruppi di sutra recitati e trasmessi oralmente come prevede la
tradizione parampara; asana divisi in gruppi e studiati in sequenze
precisamente costruite di vinyasa cioè di passaggi e movimenti fluidi
volti a raggiungere l'asana stesso nel migliore dei modi e di metodi di
controllo dell'energia sottile, come bandha, pranayama,mudra.
T. Krishnamacharya nella sua vita insegnò a numerosissimi allievi,
alcuni dei quali sono stati i più grandi divulgatori dello yoga nel
mondo occidentale, in America ed Europa.
Quindi la domanda sorge spontanea: noi cosa facciamo ashtanga yoga o
hatha yoga?
Vorrei dare da subito una risposta rilassante rispetto alla
smania di differenziazione e cioè che si può dire che un metodo sia
figlio dell'altro, o meglio che l'hatha yoga ( lett. yoga dello sforzo)
sia una strada per il raggiungimento dell'obbiettivo dell' ashtanga
yoga (yoga degli otto rami) cioè acquietare i vortici mentali e
riconoscere la propria intima natura aldilà di essi.
Per quanto invece attiene alle differenze tra i due metodi, sono
differenze che non influiscono in alcun modo nella pratica attuale e
non si rilevano in realtà come differenze tra le due scuole citate,
cioè quella di derivazione Mysore-Pattabhi Jois chiamata ashtanga e
quella invece di altre derivazioni comuni chiamata hatha.
Facciamo quindi una distinzione tra ciò che e tradizionale e ciò che
invece è di origine recente:
l'ashtanga yoga o raja yoga è il percorso
iniziatico definito dagli yoga sutra di Patanjali ,
testo datato tra il 300 a.c. e il 300 d.c. , lo hatha yoga invece
compare intorno al 1400 d.c. o almeno in questo periodo viene
sistematizzato nel testo "Hatha yoga" andato perduto e citato più volte
dal molto meno prezioso "hatha yoga pradipika"che invece è stato
consegnato alla storia e che ne è contemporaneo. Gli yoga sutra sono un
testo nato nella cultura vedica e,secondo tradizione, scritto da
Patanjali per ordine di Shiva che è il vero padre dello yoga, che lo
creò per curare i mali della natura umana, cioe l'attaccamento e
l'avversione.
Hatha yoga è un trattato che nasce dalla cultura tantrica, ritornata in
auge dopo più di tremila anni appunto intorno al 1400 d.c.
Le attuali scuole hatha e ashtanga, per quanto vengano ricondotte alla
tradizione tramandata nello yoga kurunta, rimandano ad un lavoro
sistematizzato e divulgato a partire dal 1930 circa quando
Krishnamacharya iniziò ad utilizzare il concetto di Vinyasa Krama
(giusto movimento o anche "un passo alla volta")
Tornando invece alla tradizione è importante capire l'origine
filosofica delle due scuole di pensiero veda e tantra. La differenza
fondamentale, infatti, tra l'approdo finale della cultura vedica, di
origine ariana, in particolare del vedanta che è quella parte della
letteratura vedica che indaga l`ambito della natura umana da noi
definito come inconscio, e il principio guida della cultura tantrica è
proprio la condizione umana e la relazione che c'è tra l'uomo e la
realtà.
Nel vedanta la realtà viene considerata una mera illusione della
mente umana, che in una sorta di scenario alla Matrix, vive in una
condizione simil onirica in cui è costantemente condizionato dalle
proiezioni di maya, l'illusione della realtà, e dalla programmazione
mentale che ne consegue.
Lo yoga sarebbe, quindi, il percorso di risveglio da questa
condizione di dormiente e il corpo, alla
stregua delle altre forme della apparente realtà, viene considerato
un'illusione.
Come le altre illusioni vuole essere trasceso e abbandonato dal
praticante.
Nel tantra invece la realtà è una forma evidente del divino ed è
assolutamente reale, ivi compreso il corpo che è strumento di
affermazione del potenziale umano in vita e viene trasceso naturalmente
nel conseguimento del suo pieno controllo con la pratica.
Per quanto concerne il metodo di trasmissione, possiamo con certezza
dire che
lo yoga che si insegna attualmente ha
certamente una
metodologia tantrica, volta, quindi, a spiegare in termini pratici il
metodo per raggiungere il risultato desiderato.
I testi della tradizione tantrica quali il Shiva Samhita,
Gheranda Samhita, Hatha yoga pradipika, fanno direttamente riferimento
al modo di eseguire una determinata pratica per ottenere il risultato
sul piano spirituale, come per esempio la spiegazione di Siddhiasana,
comune ai testi citati che riporta
"sedere con il piede sinistro a contatto dell'ano e il sinistro a
contatto dei genitali eseguendo il jalandhiara bandha e mantenendola
schiena dritta.
Il praticante che esegue questo asana per dodici anni raggiunge
certamente l`illuminazione".
Un altro punto molto importante che avvicina
decisamente il mondo
dello yoga contemporaneo a quello tantrico è la concezione dei due
sessi, laddove nella tradizione vedica lo studentato era un percorso
previsto solo per gli uomini, mentre lo hatha yoga, così come è
pedissequamente descritto nei testi sopra citati, è una pratica
destinata a tutti, uomini e donne.
Se quindi leggiamo la citazione di Sri
Pattablii Jois riportata
all'inizio e consideriamo le due scuole da questo punto di vista si può
tranquillamente dire che tutti noi che pratichiamo usando anche e non
solo il nostro corpo, facciamo hatha yoga, nel senso più tantrico del
termine e tutti noi che aspiriamo a liberarci dalle catene dei
condizionamenti mentali, dal brusio di pensieri e dalle miriadi di
bisogni indotti dall'esterno, camminiamo sul sentiero definito da
Patanjali come ashtanga yoga.
In fondo trovare
le differenze e dividere è tipico di un parte della
mente umana cosi come invece è parte integrante del significato dello
yoga (yug= soggiogare unire) trovare la radice
comune , quanto meno in
ognuno di noi.
Yoga Chitta Vritti Nirodha
Da:Yogavitaesalute.it
di Roberto Rovatti
"YOGA
Chitta Vritti Nirodha” è la frase che riassume più di tutte il
fine del Raja Yoga.
In
italiano si potrebbe riassumere così: “Lo yoga estingue
le modificazioni
della mente”(?)Cosa vuol dire? Che si smette di pensare? Ovviamente non
è così, il vero significato è che lo yoga produce nel tempo una
condizione di quiete e stabilità in cui la mente finalmente smette di
agitarsi.
Questo
le consente di sviluppare le proprie potenzialità, si apre a una
maggiore capacità di visione e di comprensione che lentamente conducono
all’Illuminazione. Un esempio che faccio sempre nei corsi, è quello
dell’acqua del mare: se agitiamo l’acqua la sabbia del fondale si alza
e non si vede più niente. Ma se lasciamo l’acqua quieta, le particelle
in sospensione lentamente si depositano, l’acqua diventa trasparente e
tutto diventa più chiaro. Lo stesso vale per la nostra mente, i
pensieri che continuamente si agitano non consentono di ragionare con
serenità e di vedere le situazioni con chiarezza. Il problema attuale
degli uomini (e delle donne naturalmente!) è che sono sempre presi da
mille pensieri, e “stranamente” più pensano e più s’incasinano.
ASHTANGA
VINYASA YOGA
tratto
da “Ashtanga Yoga” di David Swenson
Patanjali,
l'autore degli Yoga Sutra, ha descritto gli otto aspetti dello yoga
come rami di un albero. L'analogia di Patanjali è un'immagine perfetta.
La saggezza e la spiritualità si sviluppano come la crescita di un
albero. La natura è costante e graduale. Il mondo dello yoga con le sue
miriadi di stili e tipi d'approccio può essere paragonato ad una
foresta di varietà e colori. Ogni albero in una foresta ha lo stesso
fine: tendere verso la luce, e il metodo di un dato albero non è
migliore di quello di un altro.
Ogni
specie ha le sue caratteristiche individuali che le permettono di
svilupparsi al suo massimo potenziale. I vari sistemi dello yoga sono
singolarmente unici, ma hanno tutti lo stesso fine: crescere verso
l'illuminazione. II particolare sistema di yoga descritto in questo
manuale deriva dagli insegnamenti di K. Pattabhi Jois che è il
direttore e fondatore dell'Ashtanga Yoga Research Institute di Mysore
in India. Egli ha appreso questo metodo dinamico dal suo maestro
Krishnamacharya e lo ha a sua volta trasmesso a migliaia di studenti in
tutto il mondo. Esso si basa su una sequenza speciale di posture ed è
focalizzato su tecniche respiratorie particolari. Se ci si esercita con
regolarità e consapevolezza, l'albero descritto da Patanjali incomincia
a germogliare. L'esercizio è l'unico modo di alimentarlo. K. Pattabhi
Jois ama dire, "99% pratica e 1% teoria".
Con
il tempo ho apprezzato la profondità di questa semplice asserzione.
Solo tramite l'esercizio possiamo gustare i frutti dell'albero dello
yoga, senza di esso facciamo solo delle speculazioni e della teoria. Se
vogliamo conoscere le qualità di una mela non servirà a nulla farne dei
disegni o cercare la mela in un vasetto, ma sarà bene dare un morso
alla mela stessa, in modo da avere un'esperienza diretta della sua
essenza. Anche il valore nutritivo della mela sarà assorbito subito e
assimilato mentre ne apprezziamo le qualità.
Per
conoscere l'Ashtanga Vinyasa Yoga bisogna assaggiarlo attraverso
l'esercizio. Con l'esercizio regolare si nutrono gli otto rami e
incomincia a manifestarsi l'intuito (discernimento) personale.
Diventiamo consapevoli di cosa immettiamo nel nostro corpo e di come
interagiamo con il mondo intorno a noi. Da questo tipo d'introspezione
incominciano a svilupparsi le qualità di Yama e Niyama. Asana e
Pranayama si sviluppano se eseguiamo ogni singola postura
focalizzandoci sul respiro. Mentre fissiamo la mente sulla qualità e
sul suono del respiro i sensi si ritirano verso l'interno e si
manifesta l'elemento Pratyahara.
Mano
a mano che miglioriamo le nostre capacità di controllare i sensi,
impedendo loro di vagare qua e là durante la pratica, la sottile
qualità della concentrazione si approfondisce in forma di Dharana. Con
il tempo la pratica s'interiorizza ulteriormente e la concentrazione si
raffina, mentre aumenta la nostra capacità d'essere presenti. La
pratica si tramuta allora in una profonda esperienza meditativa
chiamata Dhyana. A questo punto abbiamo creato una maggiore possibilità
di esplorare i reami più sottili dello yoga, conosciuti come Samadhi, e
comprendiamo la pura essenza di tutto ciò che esiste. Lo sviluppo di
questi rami non avviene in senso lineare. Essi germogliano a tempo
debito.
Non
è possibile accelerare la crescita di un albero. Esso si espanderà con
il maturare della nostra comprensione delle profondità dello yoga. La
pazienza è il migliore strumento per aiutarci nel viaggio lungo il bel
cammino dell'Ashtanga Vinyasa Yoga. Esso serpeggia in ogni
sfaccettatura della vita. L'Ashtanga può essere usato come un metodo
per mantenerci fisicamente in forma; oppure può essere attraversato
come una strada per esplorare il regno sottile della spiritualità.
Qualunque sia il fine da noi scelto, esiste un unico metodo per
raccoglierne i benefici, ed è l'esercizio!
Cosa
non è lo yoga e perchè saperlo può cambiarti la vita.
di : Fabrizio Pisasale
Per
parlarti di che cosa sia lo yoga, non posso che parlarti di me. Questo
rispetta sia gli insegnamenti sacri che ho appreso negli anni, sia le
nuovissime scoperte della comunicazione.
Che cos’è lo Yoga?
La storia che stai per leggere riguarda un uomo, 39enne, la sua
passione di una vita, e la disciplina che da tanti anni lo cala come
per magia, in uno scenario affascinante e pieno di tutte le
possibilità.E’ dentro una giacca elegante, dentro i palazzi le grandi
società di informatica che la nostra storia deve incominciare.
Negli
occhi di una bambina di 3 anni che cresce sorridendo alla vita, in una
casa su una collina a qualche Kilometro dalla Capitale, nelle palestre
romane e nel frenetico e problematico quotidiano che sicuramente anche
tu vivi.
Questo è yoga.
Pensi che lo yoga sia una religione ?
Pensi che si tratti di esercizi fisici per la salute ?
Oppure potrebbe essere una filosofia di vita, o un sistema psicologico
per far evolvere la mente ?
Niente di tutto questo, amica mia, amico mio.
Allo stesso tempo esattamente tutto questo.
Niente nozioni solo esperienza.
Se
ti aspetti una descrizione nozionistica dello yoga, ti conviene
chiudere subito questa pagina, non troverai oggi in questo post
risposta, ma quello che posso condividere con te, è come la sua
pratica
possa rivoluzionare la vita di una persona e far sbocciare il
bellissimo fiore della sua personalità.
Già,
perché solo quando sei veramente te stesso sei in pace con il
mondo.
Come
starai sospettando, sono un maestro di yoga, e per vivere mi occupo di
progetti informatici. Ho una casa, una figlia, ed i 10.000 problemi che
il quotidiano mi mette davanti.
Pago
le tasse.
Pago le bollette.
A volte mi lamento dell’Italia.
A volte rido della politica.
Sono
stato invitato a scrivere qualche articolo sullo yoga in questo blog,
ed ho accettato volentieri e con entusiasmo. Già, perché sono un
entusiasta di natura.
Ora ti
racconto una piccola storia, e per questo ti chiedo di
immaginare due buoi, uno bianco ed uno nero che hanno il compito
di arare un terreno.
Come
che c’entra ?
Abbi fiducia … continua ad immaginare insieme a me !
Due buoi che arano un campo.
Immagina che quel terreno fertile da arare sia la vita, e che ognuno di
questi buoi abbia una sua intelligenza ed una sua idea di come arare il
campo.
Per creare dei solchi profondi nel terreno e piantare dei semi, sopra
le teste dei due buoi, viene posto un giogo: una struttura di
legno che orienta il percorso dei due animali e li costringe ad andare
nella stessa direzione.
Se in questa storia, la vita è il terreno, i buoi sono
la rappresentazione del mondo duale in cui noi siamo calati.
Devo e Voglio spiegarmi meglio :
Da esseri umani, facciamo esperienza della vita attraverso la
dualità:
abbiamo due braccia e due gambe, esiste il cielo e la terra, il sole e
la luna, maschile e femminile, bene e male, positivo e negativo.
Insomma tutto il nostro mondo è in relazione ad una polarità.
Per
tornare alla nostra storia, i due buoi sono la
rappresentazione simbolica dei due emisferi cerebrali di cui
siamo costituiti, del bene e del male al quale spesso siamo soggetti, e
alla nostra eterna relazione tra mente e spirito.
Il Giogo.
Il Giogo [Yug ] è lo yoga.
Si tratta dello strumento [e quindi della tecnologia] che permette
di allineare la nostra vita duale, che tende ad andare in tante
direzioni, in una sola direzione, quella che ci permetterà di
raccogliere i frutti della semina.
La
pratica dello yoga è uno strumento che mette in relazione le due
parti della nostra psiche, che mette pace al nostro vociare
interno e ci permette di raggiungere i risultati che nella vita
desideriamo raggiungere.
Stiamo arrivando ad una definizione sostanziosa :
Lo yoga è una tecnologia per il benessere psico-fisico
dell’individuo che gli permette di equilibrare i suoi aspetti
per vivere in armonia e raggiungere serenamente i suoi obiettivi.
Ultima cosa: lo yoga funziona perché è una tecnologia sacra.
Sacro ed antico giogo.
Attenzione!
Ho detto sacra e non religiosa.
Sacra vuol dire separata dal quotidiano.
Si è tramandata così da millenni [8000 anni].
Sacra ed antica, possiamo aggiungere anche questi termini, quindi,
ricominciamo:
Lo yoga è una tecnologia sacra e millenaria che studia come raggiungere
il benessere psico-fisico dell’individuo per equilibrare i suoi stati
interiori, vivere in armonia, e raggiungere serenamente i suoi
obiettivi.
Ti chiedo di seguirmi ancora per attimo, voglio tornare su uno dei
termini usati in questo post per il lieto fine della nostra
condivisione :
Sacro vuol dire separato dal contesto, ma allo stesso tempo sacro
vuol dire accessibile.
Lo yoga è assolutamente accessibile a tutti, ma perché
funzioni e ti permetta di raccogliere i frutti della semina, ha bisogno
di una pratica disciplinata separata dal contesto del quotidiano.
Per questo oggi una pratica millenaria come quella dello yoga ha tanto
successo, essa è:
1 Accessibile a tutti,
2 Facile [ma richiede impegno],
3 Potente,
4 Di immediata fruibilità,
5 Fornisce una chiave preziosa per riequilibrare il sistema mente corpo.
Oggi, vestire una giacca elegante o un tailleur, svolgere un lavoro di
successo, pensare alle esigenze della famiglia, pagare le bollette ed
affrontare le problematiche della una vita di tutti i giorni, non è una
dimensione separata dalla pratica personale di un Uomo che sperimenta
una tecnologia per il suo sviluppo personale.
Questa,
amico mio, è la storia, questa è la mia esperienza, l’unico punto di
partenza che possa condividere insieme a te, perché è la realtà che mi
riguarda e sono sicuro che riguarda anche te.
Ti invito a riflettere e a condividere il tuo pensiero:
Se
con il termine “sacro” si intende qualcosa di separato dal contesto, ed
allo stesso modo accessibile, ci sono, nella tua vita delle attività
che tu ami e che ti piace fare, che ti mettono in una relazione del
genere con te stesso ?
Aspetto la tua risposta.
Che questo mio saluto lustri la tua anima.
Sat nam
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